Conviviale del 24 marzo 2022.

Dopo il rituale tocco di campana, il Presidente apre la riunione con il benvenuto al relatore, agli ospiti e a tutti i Soci presenti.

Pichech4Prima della colazione, Federico Cattanei cede il microfono a Luigi Oliva, per il ricordo affettuoso di Willy Giunti, Past Presidente del Club, che ci ha lasciato pochi giorni fa; Susanna Giunti ha ringraziato il Club che è sempre stato un punto di riferimento del papà per tanti anni.

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Dopo la colazione il Presidente cede la parola a Padre Mario Picech S.J. classe 1962, friulano, Gesuita e da molti anni impegnato nel sostegno umano e spirituale dei carcerati attualmente cappellano del Carcere di San Vittore a Milano.

Padre Mario Picech racconta la sua esperienza in Messico, come l cappellano del carcere di massima sicurezza di Islas Marías, la prigione dalle “mura d’acqua”, che si trova nella più grande delle quattro isole messicane vicino alla costa di Nayarit, nell’Oceano Pacifico, uno dei luoghi più difficili del mondo.

Da quasi sessant’anni, un gruppo di gesuiti ha deciso di vivere qui, per condividere tutto con i detenuti. Uno di loro è stato per alcuni anni Padre Picech, Quando è arrivato per la prima volta sull’isola era il 2008 e i carcerati erano circa ottomila, in cinque insediamenti. Oggi, sono meno di mille. Aperto nel 1905 come colonia penale per i criminali peggiori e gli oppositori politici, dal 2012 Islas Marías è diventato prigione federale, destinazione dei narcotrafficanti, tutti appartenenti ai cartelli più sanguinari del narcotraffico del Paese centroamericano.

La storia di Padre Mario è quella di un cormonese impegnato nel recupero spirituale e sociale di chi sta scontando pene gravissime in uno dei Paesi dai tassi di criminalità più alti al mondo.

«La mia esperienza è particolare, ma al tempo stesso non è dissimile da chi quotidianamente vive nella propria famiglia situazioni in cui si porta addosso il peso della sofferenza di chi ti vive accanto.

Pichech2Sono arrivato in Messico perché la formazione come gesuita prevede un anno, chiamato “terz’anno”, da vivere all’estero: ho scelto Islas Marias perché mi ha sempre affascinato l’idea di lavorare con chi aveva imboccato una strada sbagliata. Il primo anno fu veramente duro: in molti che hanno fatto la mia stessa scelta dopo un paio di settimane hanno preferito andarsene. Io invece sono riuscito a restarci, e quando feci ritorno in Italia, chiesi ai miei superiori di poter tornare in Messico ogni anno per alcuni mesi. All’epoca del mio arrivo, era il 2011, la struttura era una colonia penale dove erano ospitati 8 mila detenuti, numero sceso oggi di otto volte anche perché nel frattempo l’area è stata trasformata in un carcere federale di massima sicurezza.

È ovviamente un luogo dove chi ha commesso dei crimini espia la propria pena, ma dove convivono anche persone che ci lavorano o che svolgono un’esperienza di preghiera e riflessione arrivando in quel sito da tutto il mondo: sono proprio i momenti di esercizio spirituale in un contesto internazionale quelli più significativi.

Pichech3Islas Marias è una realtà difficile, è un falso paradiso immerso nell’oceano Pacifico, un pugno di isole situate nel golfo della California, divenuta nel 2011 è entrata nelle rete delle biosfere Unesco. Padre Mario condivide le sofferenze dei carcerati: Loro sanno che siamo lì come volontari, per stare loro vicino, e lo apprezzano molto: questo fa sì che possa essere per loro una figura di riferimento. La condivisione attraverso la preghiera, la spiritualità e la possibilità di creare insieme anche piccole forme d’arte aiutano questi detenuti a superare le privazioni del carcere. C’è la sensazione che essere lì dia loro una mano a intraprendere una strada di miglioramento personale”.

Hanno fatto seguito alla relazione interventi di Solimei e Rosselli che, in particolare, nella sua veste di Presidente della Veneranda Compagnia della Misericordia, ha voluto ringraziare il Club per il sostegno dato alle iniziative della Compagnia.

Il Presidente chiude la riunione con un omaggio con un omaggio del club al relatore prima del consueto tocco di campana.