Titti Farina apre la riunione con il tocco di campana, porge il saluto di benvenuto ai relatori Franco Malerba Primo astronauta italiano e Patrizia Bagnerini Professore Associato del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Genova, ai Visitatori rotariani, ai soci e a tutti gli ospiti presenti.
Dopo aver letto i prossimi programmi, Titti Farina augura buon compleanno ai Soci: Giuseppe Gallo, Maria Teresa Oddone e Arturo Sica.
Durante la colazione Maurizio Ferretti presenta i relatori, prendendo spunto dai ricchissimi curricula.
Franco Malerba, laureato con lode in ingegneria elettronica ed in fisica all’Università di Genova, nella sua carriera ha realizzato diverse esperienze professionali, nella ricerca accademica – al CNR, ai National Institutes of Health negli Stati Uniti, e all’ESA – e nell’industria con la Digital Equipment nell’informatica e con l’Alenia Spazio nell’aerospaziale. È stato Ufficiale di Marina di Complemento e ha conseguito un brevetto di pilota privato.
Franco Malerba è il primo astronauta italiano: ha volato nello spazio con lo shuttle Atlantis il 31 Luglio 1992, portando nello spazio il laboratorio Eureca ed il “Satellite a filo” italiano, detto il “Tethered”. Con lo shuttle Atlantis ha portato la tecnologia italiana al battesimo dello spazio; ha trascorso otto giorni in orbita dal 31 luglio all’8 agosto 1992 ed è così diventato uno dei pochi umani che hanno visto la Terra come… un mappamondo.
Eletto Deputato al Parlamento Europeo nella legislatura 1994-99, è stato Relatore per la politica spaziale europea e per il programma di navigazione satellitare GNSS-Galileo.
Nel periodo 2005-2013 è stato Addetto Scientifico del Ministero degli Affari Esteri Italiano alla Rappresentanza Permanente d’Italia a Parigi presso l’OCSE, l’ESA e l’AIE.
È autore dei libri “La Vetta/The Summit”, “Professione Astronauta” e “Cibo nello spazio” che raccontano in chiave personale le complessità e l’emozione di conquistare una vetta oltre la Terra e i “dietro le quinte” della missione spaziale che solo chi c’è stato può raccontare.
Membro della prestigiosa Académie de l’Air et de l’Espace.
Ha ricevuto gli onori di “Commendatore” della Repubblica Italiana per meriti scientifici.
Patrizia Bagnerini è professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Genova nel settore MAT/08 analisi numerica, ha ottenuto il dottorato in analisi numerica all’Università di Nice-Sophia Antipolis e la laurea in matematica applicata all’Università
di Genova. La sua attività di ricerca riguarda principalmente metodi numerici, algoritmi, problemi di controllo e reti neurali in diverse applicazioni.
E’ stata co-PI di un progetto triennale finanziato dall’agenzia che svolge ricerca di base per l’Air Force statunitense (AFOSR, Air Force Office of Scientific Research), concernente l’identificazione e il controllo di fronti che evolvono nel tempo.
Poiché la sua attività di ricerca è incentrata sull’integrazione della parte più applicativa della matematica con discipline differenti, P. Bagnerini è
attivamente impegnata nel trasferimento tecnologico. Collabora da anni con lo spin-off Unige Inspire s.r.l. per lo sviluppo di una piattaforma di gestione di droni che rende i droni un sistema operativo H24, grazie alla sostituzione automatica di batteria e payload, per applicazioni che vanno dall’agricoltura, al monitoraggio ambientale e agli incendi.
E’ inoltre socia fondatrice di Space V s.r.l., uno spin-off Unige che progetta e sviluppa una serra adattiva per la coltivazione di vegetali in orbita e nei futuri insediamenti lunari. La caratteristica distintiva di tale serra è la capacità di modificare progressivamente la distanza tra i ripiani di
coltivazione in base al livello di crescita delle piante e di mantenere microclimi distinti per ogni ripiano, massimizzando così la resa produttiva e riducendo il consumo energetico.
La Presidente, dopo la colazione, passa la parola ai relatori per la relazione dal titolo “Si può fare il pesto su Marte”.
Franco Malerba e Patrizia Bagnerini, coadiuvati da alcune slide, hanno così illustrato la loro relazione: “Lo spazio è un nuovo mare ove abbiamo appena cominciato a esplorare, a navigare e a installare infrastrutture utili alla navigazione e all’economia della Terra.
Le spinte politiche più forti all’utilizzo del mare spazio sono venute in questa sua breve storia (poco più di 60 anni) dagli Stati Uniti e dalla NASA.
Particolarmente importanti per il tema di cui parliamo oggi sono la politica dell’amministrazione Obama, che ha dato vita alle condizioni legislative per l’apertura delle attività spaziali al settore privato e al loro sostegno con mezzi pubblici (la space economy), e la politica dell’amministrazione Trump, con la decisione di “tornare alla Luna per restarvi”.
Queste due politiche hanno prodotto un “rinascimento” delle attività spaziali, che fanno di questo settore uno dei più dinamici in termini di crescita e di interesse finanziario anche per il capitale privato.
L’Italia è partecipe di questa dinamica sia nei progetti nazionali, che nei progetti con l’ESA e in collaborazioni bilaterali con NASA e con altri paesi.
Al momento esiste una particolare disponibilità di fondi anche grazie al PNRR, che ha allocato circa 2,5 B€ addizionali allo spazio.
In questo contesto si inquadra l’iniziativa di Space V, una startup che intende innovare nel mondo della produzione di cibo nello spazio.
Gli astronauti della Luna dovranno rendersi più autonomi dai rifornimenti da Terra; sarà più facile portare da Terra un sacco di semi, piuttosto che gli ortaggi pronti all’uso. D’altra parte, anche prima delle basi sulla Luna, oltre all’interesse per la ricerca scientifica nella sperimentazione di coltivazioni in orbita bassa, la disponibilità di vegetali freschi a bordo delle stazioni spaziali sarà un elemento di confort e di qualità del servizio, se si diffonde il turismo spaziale.
Space V propone una serra “adattiva” multipiano che sfrutta al massimo il volume disponibile, adattando la posizione dei ripiani di coltivazione alla crescita delle piante, risparmiando così energia, acqua ed altre risorse preziose nello spazio. Un giorno sarà inoltre abbinata ad un sistema di riciclo che restituisca alla serra gli scarti prodotti a bordo….”
L’interessantissima relazione termina con gli interventi del socio Paolo Raffetto e dell’ospite Andrea Ottolia.
Titti Farina porge il consueto omaggio del Club ai relatori e chiude la conviviale con il tocco di campana.