Il Presidente apre la riunione con un caloroso benvenuto alla relatrice Sara Rattaro, scrittrice, accompagnata da Mauro Morellini editore, a tutti gli ospiti qui con noi questa sera per il 60° anniversario della nascita del Club e a tutti i Soci presenti.
La serata ha avuto inizio con la proiezione delle foto dei Soci e degli eventi che hanno accompagnato il Club in questi 60 anni.
Nell’aprire la serata il Presidente ha voluto sottolineare la necessità della memoria nella vita del Club, e sull’importanza che il presente si leghi al passato per conservarne e perpetuarne l’identità: il Club infatti ha costruito e preservato nel corso degli anni un “modo di essere insieme” pieno di valori positivi, che i nuovi Soci riescono ad apprezzare immediatamente e che ne rappresenta la cifra identitaria: amicizia, rispetto reciproco, discrezione, impegno rotariano.
Per questo motivo molti dei soci e degli ospiti intervenuti sono oggi idealmente presenti alla serata con chi li ha preceduti nella vita del Club o chi vi ha partecipato nel passato.
Sul sito del Club viene pubblicata una “Storia” dei 60 anni di vita associativa, redatta dalla Socia Grazia Marchese: il Presidente invita tutti i Soci a dare contributi per aggiornarla e precisarla.
Dopo la cena il Socio Arturo Sica ha svolto alcune illuminanti riflessioni sull’importanza della memoria nel tempo attuale, e ha intervistato la scrittrice genovese Sara Rattaro, laureata prima in biologia e successivamente in Scienze della Comunicazione, oggi anche docente di scrittura all’Università di Genova.
Sara ha la capacità di una “penna” fluida, semplice e diretta, senza cadere in luoghi comuni o in frasi fatte, tocca da vicino e in profondità un’ampia rosa di temi importanti, sia di matrice storica, sociale e attuale, sia dal carattere propriamente “domestico” e intimistico.
Sara ha voluto illustrare due storie nelle quali la perduta memoria dei suoi personaggi è improvvisamente riemersa con la sua grandezza ed e stata riappropriata come patrimonio di tutti
Dapprima si sofferma sulla storia di Albert Sabin, figura fondamentale anche per il Rotary, a lungo dimenticata.
Successivamente la storia di Giorgio Perlasca, protagonista del suo ultimo romanzo, nel quale ripercorre l’appassionante e toccante esperienza di tre protagonisti, Brigitte, Alice e Giorgio, uniti dall’avverso destino contaminato dalle ombre della guerra nazista.
Un affresco di vita in grado di donare luce là dove prima regnava il buio, una legittima e coraggiosa presa di coscienza su un delicato momento storico, quello delle ingiustizie e sofferenze subite dagli ungheresi di religione ebraica, per non dimenticare mai il potere salvifico racchiuso nelle amorevoli gesta di uomini meritevoli, incarnate nelle pagine di questo libro dall’emblematica figura di Giorgio Perlasca, la cui figura – e quindi la sua memoria – è stata sconosciuta per decenni.
Il Presidente chiude l’emozionante serata porgendo l’omaggio del club alla relatrice e con il consueto tocco di campana.